Indicazioni Nazionali 2025: evoluzione e non rivoluzione
Le Indicazioni Nazionali 2025 aggiornano i curricoli per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo, integrando continuità pedagogica e innovazione. Il documento è terreno di scontro tra disciplinaristi e pedagogisti, tra competenze e conoscenze.
Le Indicazioni Nazionali 2025 per la Scuola dell’infanzia e il Primo ciclo di istruzione rappresentano un momento significativo di riflessione e aggiornamento per il sistema scolastico italiano. Presentate come un “lavoro in itinere” e “materiali per il dibattito pubblico”, queste nuove linee guida si pongono l’obiettivo di rinnovare i curricoli alla luce dei profondi cambiamenti sociali, culturali ed economici intervenuti negli ultimi anni, mantenendo al contempo una forte continuità con i principi fondanti della scuola italiana. Questo articolo esplora i pilastri di questa evoluzione, analizzando come l’impianto pedagogico si stia adattando alle sfide del presente e del futuro.
Ci poniamo anche domande di riflessione sul metodo di coinvolgimento per il dibattito attorno al nuovo testo.
Introduzione: I principi ispiratori delle nuove Indicazioni Nazionali 2025
Le nuove Indicazioni Nazionali 2025 non nascono dal nulla, ma si inseriscono in un percorso di adeguamento del sistema di istruzione e formazione del nostro Paese alle esigenze di una società in rapida trasformazione. Il documento preliminare presentato dalla Commissione tecnica nasce dalla necessità di rispondere ai “notevoli cambiamenti intervenuti in ambito educativo, economico e sociale”, come la diffusione pervasiva delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale, le nuove sfide della sostenibilità ambientale, le mutate configurazioni familiari e le crescenti complessità interculturali.
Continuità e innovazione nel sistema scolastico italiano
È fondamentale sottolineare che le Indicazioni Nazionali 2025 si configurano come un’evoluzione, non una rivoluzione, rispetto al quadro precedente, delineato nel 2012. La struttura generale, come i Campi di Esperienza per la scuola dell’infanzia o l’articolazione per discipline nel primo ciclo, viene mantenuta, ma i contenuti e gli approcci vengono in parte aggiornati e rivisti. La Commissione ha lavorato attraverso un confronto tra esperti di area pedagogica, esperti disciplinari ed esponenti del mondo della scuola e delle associazioni professionali.
L’obiettivo dichiarato non è stravolgere, ma consolidare e innovare, fornendo ai docenti – definiti i veri “curriculum makers” – un quadro di riferimento aggiornato, flessibile e aperto alle autonomie scolastiche.
Si tratta di un “testo aperto, dinamico, integrato” pensato per supportare la progettazione didattica: questo dichiara il testo licenziato a marzo 2025.
Dopo la pubblicazione ufficiale su è avviato un lavoro di consultazione rivolto ad associazioni, organizzazioni sindacali, enti,… Fino a coinvolgere la scuola stessa attraverso un questionario proposto dalla Commissione di revisione.
I tempi di attuazione delle consultazioni sono stati molto rapidi, tant’è che molte realtà hanno chiesto tempi più distesi per un approfondimento serio, meditato e oggetto di reale confronto.
La scuola “reale”, quella che quotidianamente incontra studenti, territorio e famiglie è travolta dai due anni di gestione del PNRR, con notevoli istante, scadenze ed impegni. Bisogna ricordare anche che questi ultimi due anni scolastici arrivano in coda all’esperienza tragica della pandemia che ha lasciato segni evidenti anche nel mondo della scuola.
Pertanto, tempi più distesi e un’attenzione privilegiata al nuovo testo delle Indicazioni Nazionali sarebbero indispensabili per conoscere, approfondire e, perché no, anche fare ricerca sul nuovo testo.
Infatti, le Nuove Indicazioni Nazionali del primo ciclo diventano il documento di riferimento per la costruzione del curricolo d’istituto, orizzonte entro cui si gioca la progettazione didattica ed educativa del docente come singolo e come parte di un organismo collegiale.
Perché era necessario aggiornare le Indicazioni del 2012
Il decennio trascorso dalle precedenti Indicazioni ha visto accelerazioni senza precedenti. La digitalizzazione ha trasformato le modalità di accesso all’informazione e le stesse strutture cognitive. L’emergere dell’Intelligenza Artificiale pone questioni etiche e pedagogiche inedite. La crisi climatica impone un ripensamento radicale del rapporto tra uomo e ambiente. Le dinamiche sociali, incluse le migrazioni e le nuove povertà educative, richiedono una scuola sempre più inclusiva e capace di promuovere coesione. Le Indicazioni Nazionali 2025 nascono, quindi, dall’urgenza di dotare la scuola degli strumenti culturali e pedagogici per affrontare queste sfide, formando cittadini consapevoli, critici e responsabili.
L’architettura valoriale
Il cuore pulsante delle nuove Indicazioni Nazionali 2025 risiede in una specifica architettura valoriale, che pur radicandosi saldamente nella Costituzione, evolve per rispondere meglio alla complessità attuale.
Il rafforzamento dei riferimenti costituzionali
Le Indicazioni ribadiscono con forza il legame con la Costituzione italiana, definendo la scuola come “scuola costituzionale”. Si richiamano esplicitamente gli articoli fondamentali che ne ispirano l’azione:
- L’Art. 3, che impegna la Repubblica a rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti.
- L’Art. 33, che tutela la libertà di insegnamento.
- L’Art. 34, che garantisce il diritto all’istruzione obbligatoria.
- L’Art. 117, che fonda l’autonomia funzionale delle scuole.
Questo ancoraggio costituzionale non è formale, ma si traduce nell’impegno per una scuola inclusiva, equa, che valorizza i talenti di ciascuno e promuove la cittadinanza attiva.
Da “Centralità della persona” a “Persona, Scuola, Famiglia”
Se le Indicazioni del 2012 ponevano al centro la “persona”, le nuove Indicazioni Nazionali 2025 esplicitano questa centralità nel trittico Persona, Scuola, Famiglia. Questa non è una semplice modifica lessicale, ma segnala un cambiamento di prospettiva significativo. La persona rimane il fulcro, concepita nella sua integralità (dimensioni cognitive, affettive, relazionali, corporee, estetiche, etiche, spirituali) e nella sua dignità inviolabile. La persona è vista ancora come me costitutivamente in relazione: “L’altro, infatti, non limita la persona ma è costitutivo del suo svilupparsi e completarsi”.
L’aggiunta esplicita della Scuola e della Famiglia sottolinea che lo sviluppo della persona avviene all’interno di contesti vitali e comunità educanti. La scuola è il luogo privilegiato dell’incontro con i saperi istituzionalizzati e della scoperta dell’identità personale e culturale. La famiglia è riconosciuta come partner fondamentale, con un ruolo complementare e insostituibile.
La visione antropologica sottostante
L’impianto della parte introduttiva delle Indicazioni Nazionali 2025 si basa, come nel 2012, su una visione antropologica di matrice personalista, che vede l’essere umano come un’unità dinamica, chiamata a realizzarsi nella libertà e nella relazione. La persona è identità (la scoperta del proprio ‘io’), relazione (l’incontro con il ‘tu’ e il ‘noi’) e partecipazione (l’apertura al mondo e alla costruzione di un progetto di vita). Questa visione si traduce in finalità educative precise: promuovere l’identità, l’autonomia, la competenza, la cittadinanza, ma anche la capacità di prendersi cura di sé, degli altri e dell’ambiente, in un orizzonte di “nuovo umanesimo”.
Il nuovo patto scuola-famiglia
Sul piano operativo le Indicazioni Nazionali 2025 intendono rafforzare il rapporto tra scuola e famiglia, delineato nei termini di una corresponsabilità educativa piena e partecipata.
Dalla “alleanza educativa” alla “corresponsabilità”
Il documento parla esplicitamente di “rinnovare con convinzione profonda e partecipazione piena il patto di corresponsabilità fra genitori e insegnanti”. Se il concetto di “alleanza educativa” era già presente, qui si insiste sulla corresponsabilità, intesa non solo come adesione formale a un documento (il Patto educativo di corresponsabilità, peraltro definito “prezioso dispositivo normativo già esistente”), ma come pratica quotidiana di dialogo, conoscenza reciproca e cooperazione per il benessere degli allievi. Si tratta di costruire una “visione educativa comune” che renda positivo il clima scolastico e crei le condizioni per un apprendimento efficace e sereno.
La crisi di mediazione educativa e le risposte pedagogiche
Questo rafforzamento del patto scuola-famiglia viene presentato anche come risposta alla “crisi frutto della più generale crisi della mediazione educativa” che attraversa la società contemporanea. Le Indicazioni lamentano un “cedimento valoriale del rispetto e della fiducia dovuti all’istituzione culturale più importante del nostro Paese e alle persone – dirigenti e insegnanti”. Dileggiare la scuola, distruggerne gli arredi, offendere un insegnante sono visti come segni preoccupanti di questa crisi. La risposta non è solo repressiva, ma pedagogica: ricostruire un senso di comunità educante in cui tutti gli attori – studenti, insegnanti, genitori, dirigenti, personale ATA – si sentano parte di un progetto comune e si impegnino per valorizzare la scuola come “bene sociale comune di inestimabile rilevanza”. Viene recuperata la massima maxima debetur puero reverentia, affiancandola a una nuova: maxima debetur magistro reverentia.
Ossia, “si deve al fanciullo il più gran rispetto” si tratta di una sentenza che ripete un verso di Giovenale (Satire XIV, 47), in cui si ammoniscono i padri a non dare il cattivo esempio ai propri figli.
La valorizzazione della scuola e di chi vi lavora dovrebbe, forse, proporre una cura particolare al profilo professionale del docente ben descritto dal CCNL scuola.
La vastità di competenze richieste e la profondità di preparazione sarebbero elementi da mettere in luce, anche attraverso un adeguato riconoscimento economico. Questo potrebbe contribuire anche a restituire dignità alla scuola e il dovuto riconoscimento sociale che le spetta.
Strumenti pratici per costruire la comunità educante
Le Indicazioni Nazionali 2025 suggeriscono alcune direzioni inserite anche nelle precedenti indicazioni, nelle norme e nel contratto del comparto scuola, per concretizzare questa corresponsabilità:
- Rinnovare il Patto di Corresponsabilità: Non come mero atto burocratico, ma come occasione per progettare momenti di incontro e dialogo..
- Promuovere il dialogo: Creare occasioni ad intra (nella comunità scolastica) e ad extra (nella comunità territoriale) per la conoscenza reciproca e la comprensione dei cambiamenti sociali.
- Valorizzare la scuola come “comunità educante”: Un’organizzazione che apprende, aperta al territorio, capace di tessere reti, condividere risorse, fare ricerca e innovazione.
- Comunicazione trasparente: Fondare l’alleanza educativa su trasparenza e dialogo continuo tra docenti, alunni e famiglie.
Le Indicazioni Nazionali 2025 si presentano come un documento complesso e articolato, che delinea un percorso. Nella parte introduttiva, pur mantenendo saldi i riferimenti valoriali e strutturali del passato, introduce elementi di novità significativi per rispondere alle sfide contemporanee.
Timeline di implementazione delle nuove Indicazioni
Il documento analizzato è una bozza preliminare, destinata ad alimentare il dibattito pubblico. L’obiettivo è giungere a una versione definitiva che possa entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2025/2026. Come già evidenziato, i tempi sono molto limitati e sacrificano un dibattito che sarebbe, invece, costruttivo e funzionale ad un reale aggiornamento al contesto fortemente mutato.
Non dobbiamo scordare anche che, nel 2018, è avvenuto già un aggiornamento del testo con la pubblicazione delle Indicazioni Nazionali e nuovi scenari che ha incentrato il lavoro sul tema della cittadinanza, coinvolgendo attivamente il mondo della scuola.
Risorse per approfondire
Per i docenti che desiderano approfondire i contenuti delle nuove Indicazioni Nazionali 2025, le risorse principali sono:
- Il documento preliminare stesso, oggetto di questo articolo.
- I materiali che verranno prodotti durante la fase di dibattito pubblico e consultazione.
- Il sito web del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM), che pubblicherà aggiornamenti, documenti ufficiali e materiali di supporto.
- Le iniziative di formazione e informazione che verranno promosse dalle associazioni professionali
Partecipare al dibattito e comprendere a fondo le nuove Indicazioni Nazionali è essenziale per tutti i docenti, chiamati a essere protagonisti attivi di questa nuova fase per la scuola italiana. Le Indicazioni Nazionali 2025 non devono essere solo un documento normativo, ma un ripensare la pratica didattica quotidiana alla luce di un umanesimo rinnovato e delle sfide di un mondo in continua trasformazione.
Per questo che Vive quotidianamente la Scuola ha il diritto ed il dovere di essere attivamente coinvolto, di poter sperimentare e fare ricerca attorno alla proposta del Ministero.
In successivi contributi avremo modo di analizzare nel dettaglio i campi di esperienza per la scuola dell’infanzia e le singole discipline per il primo ciclo di istruzione. Peraltro tali settori di revisione sono terreno di scontro acceso tra pedagogisti e disciplinaristi. I secondi accusano i primi per la perdita di attenzione alle conosce. I pedagogisti evidenziano come le competenze, senza conoscenze, siano vuote, quindi non ritengono possibile competenza senza conoscenza.
Dall’impianto di un documento come le Indicazioni Nazionali esce una precisa idea di scuola: non lasciare che sia calata dall’alto! Partecipa e contribuisci a costruire Quale è la Tua idea di scuola e quella condivisa collegialmente con i colleghi!




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